Un ultimo saluto a Fredy da Max

…quando muore qualcuno che fa parte della tua vita è un po’ come quando passi i post-it dall’agenda reale a quella virtuale dei ricordi…
Per ogni foglietto giallo c’è una storia da ricordare..
Fredy per me era “il maestro” e con quel maestro ho passato quasi 25 anni, come un secondo padre… tanto da sentirmi come a casa, in san Michele del Carso 2 o nello studiolo del Lido di Venezia.. insomma… uno di famiglia… se non proprio un secondo padre, qualcosa di più di uno zio..
Avevo vent’anni quando mi si presentano davanti a lui, il Tony De Vita, l’Alberto Testa, tutti con “il” davanti perché ero a Milano e li si dice così.. tutti questi maestri insieme non li avevo mai visti, solo in TV, alla RAI, ero un ragazzo e tutte queste novità non mi sembravano vere.
Ero fresco di conservatorio, con quella sicurezza tipica dello studente, “adesso vi faccio vedere io…” poi invece ha suonato Fredy e in un attimo ho capito 2 cose:
1 – la strada è ancora lunga..
2 – ma come suona questo!! Sarà il mio maestro..

E’ stato così.. mi piace ricordarlo per le diminuite sostituite dai minori con la sesta al basso, quella ricerca continua dell’armonia estrema, quel modo di arrangiare la ritmica molto “seventy”…
Quante cose mi ha insegnato, tante di quelle cose oggi non esistono più, inghiottite da quella tecnologia che ha appiattito un po’ tutto il nostro lavoro..
Mi ha dato quel background ( si dice così…) che solo un grande maestro come lui ti poteva passare, io uno studer 24 piste dal vivo non l’avevo mai visto…
25 anni di fotografie legate a questo “mestiere”, il musicista.. che è diverso dall’orchestrale, diceva sempre…
“Manca qualcosa di sopra… mmh.. dai raddoppia gli archi con il glockenspiel o la celesta” oppure
“ metti un piatto li che c’è la caduta massi…” e dopo aver risolto la problematica musicale sul pezzo “abbiamo trovato el padrun del cü..”
Piccoli frammenti di quel sapere che solo i “vecchi” maestri conoscono… una volta con il maestro Bettoni eravamo li a discutere sull’armonizzazione di Laura con un cromatismo discendente continuo e poi a dire che quello lì (Raskin) ha scritto solo quel pezzo..
Quando un cantante veniva in studio a registrare , noi di la in regia a prenderlo in giro quando sbagliava oppure cambiare tutte le parole del testo per fare rime improbabili e irripetibili…
Ancora oggi quando andavo a trovarlo su al lido facevamo un sacco di risate ricordando tutti questi momenti, poi, da “pianisti” , appena sentivamo un cantante o una cantante giù a dire le peggio cose..
Mi piace ricordarlo così, il “mio maestro”… sono sempre stato molto legato a lui, mi ha sempre trattato come un suo “collega, come un suo amico…
Noi musicisti abbiamo la fortuna di essere legati agli amici con quel filo in più che le persone normali non hanno, quella cosa che gli americani chiamano “feeling”, per noi potrebbe essere “intesa musicale” o “ affinità artistica” insomma prima di buttare giù le mani sai già dove si va a finire…
Ecco il “Mancini” era così, sapevi già dove andava e quando ci andava ti stupiva sempre e dicevi “lo sapevo… lo sapevo che andavi li” e lui apostrofava il sorriso sotto i baffi…

Caro Fredy mi mancherai molto, pensa, oggi ho trovato su ebay un tuo disco…
Ah.. mi sa che devo suonare qualche tuo pezzo in chiesa, però stavolta se sbaglio qualcosa non ti arrabbiare… magari cerco qualche nuova strada armonica come mi hai insegnato.. servirà come giustificazione..
P.S. dopo la partita di ieri volevo chiamarti!!

Ciao Maestro e Forza Inter

max