Nel primo semestre del 2006 gli italiani hanno speso 1.057 milioni di euro per andare al cinema, a teatro, a ballare, ai concerti e agli altri generi di spettacolo. Complessivamente “la spesa al botteghino”, e cioè le somme pagate per l’acquisto di biglietti ed abbonamenti nei diversi settori dello spettacolo, indica un aumento del 6,50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Un aumento ancora maggiore (+13,49%) si è registrato – in questi primi sei mesi del 2006 – nel volume d’affari generato dalle attività di spettacolo: 2.696 milioni di euro, che indicano il crescente interesse degli investitori nel settore dello spettacolo, attraverso le sponsorizzazioni, l’acquisto dei diritti televisivi, la pubblicità ecc.
In forte crescita – rispetto ai primi sei mesi del 2005 – è la spesa del pubblico per il teatro (29,4%), seguita da quella relativa alle mostre (+ 20,27%) e agli spettacoli cinematografici (+ 14, 38%). I comparti che sembrano registrare, invece, una flessione sono quelli relativi ai concerti (-12,67%) e al ballo (-11,73%).
Come per il 2005, anche nel primo semestre 2006, gli incassi complessivi nelle sale cinematografiche si confermano la maggiore spesa degli italiani per lo spettacolo (oltre 326 milioni di euro, il 31% del totale), seguita da quelle relative al ballo (243 milioni di euro, e cioè il 23% del totale), al teatro (174 milioni di euro, il 16% ), allo sport (148 milioni di euro, il 14%), ai concerti (75 milioni di euro, il 7%), alle mostre (59 milioni di euro, il 6%) e allo spettacolo viaggiante (31 milioni di euro, pari al restante 3% della spesa totale).
In tutti gli spettacoli sono state rilevate oltre 116 milioni di presenze, quasi il 9% in più rispetto al corrispondente periodo del 2005; l’aumento è stato particolarmente significativo nelle sale cinematografiche (+ 7 milioni di spettatori) e nei teatri (+ 1,7 milioni di spettatori).
L’incremento della spesa del pubblico è, quindi, dovuto principalmente all’aumento della domanda di spettacolo, considerato che l’offerta è rimasta pressoché invariata: il numero di eventi censiti è, infatti, cresciuto in misura inferiore all’1%. Questa leggera variazione è dovuta principalmente all’incremento degli spettacoli cinematografici (+ 4,6%) che, se dovesse trovare ulteriore conferma nei dati del 2° semestre 2006, potrebbe far pensare ad un generale aumento degli eventi spettacolistici, poiché l’attività cinematografica è il settore che storicamente percepisce prima degli altri l’andamento congiunturale dello spettacolo.
La città in cui gli italiani hanno speso di più per assistere ad eventi spettacolistici è Roma (oltre 114 milioni di euro) – che registra anche il maggior numero di presenze agli spettacoli (oltre 12 milioni) e di eventi (circa 110.000) – seguita da Milano (oltre 102 milioni di euro), Torino (oltre 59 milioni di euro), Firenze e Napoli con oltre 27 milioni di euro e Bologna, in cui la spesa del pubblico ha raggiunto i 25 milioni di euro.
Rispetto al primo semestre 2005, Milano ha registrato l’incremento più alto (+ 27,48%) del numero di spettatori (soprattutto nel settore teatrale), mentre a Torino – pur essendo diminuiti gli eventi in generale (-2,95%) – si è verificato il maggior aumento (+53,90%) della spesa totale del pubblico, imputabile principalmente alle Olimpiadi invernali 2006 che si sono svolte in questa città. I milanesi preferiscono i concerti (in particolare quelli di musica leggera) e le opere liriche, mentre i romani amano i concerti di musica classica, il cinema e il teatro.
Il Presidente S.I.A.E. Avv. Assumma ha commentato:
“- La SIAE è l’unica società di collecting in Europa, forse nel mondo, in grado di fornire periodicamente, con un unico contesto statistico, i dati relativi al numero ed alla tipologia degli eventi di spettacolo, nonché al numero dei loro rispettivi fruitori (presenze) ed alla entità degli incassi.
– Le rilevazioni statistiche vengono effettuate dalla SIAE, per il momento, di semestre in semestre solare: ci auguriamo quanto prima di poter fornire i dati suddetti con riferimento anche alle singole “stagioni”, che, per i generi di spettacolo diversi dallo sport, generalmente interessano il periodo dall’agosto di un anno all’agosto dell’anno successivo.
– La statistica è ottenuta attraverso indagini analitiche dei 600 uffici della SIAE periferici; non già con il criterio “a campione”; quindi è assolutamente attendibile.
– A cosa servono queste statistiche? Non per appagare una semplice curiosità, ma per:
a) fornire alle istituzioni pubbliche, preposte alla promozione ed alla vigilanza sullo spettacolo, un orientamento circa gli interventi da compiere;
b dare agli imprenditori un quadro sulla redditività dell’industria di spettacolo e delle sue componenti, agevolando così le loro scelte;
Il dato più eclatante è il notevole incremento della spesa degli italiani e della loro partecipazione nei settori del teatro, cinema, mostre ed esposizioni.
Questo fenomeno, che conferma e consolida, un andamento del precedente semestre, trova, a mio parere, le sue cause:
1. In una migliorata qualità degli eventi offerti.
2. In una disaffezione crescente degli italiani per l’impegno del tempo libero in casa, e soprattutto per la televisione; significativo è anche il fatto che l’uso delle nuove tecnologie, quale internet, ormai praticabile da tutti i nuclei familiari, non abbia distolto gli italiani dall’uscire e dall’accedere ai luoghi di spettacoli.
3. In una ritrovata sete di cultura, che è confermata anche dal successo delle pubblicazioni di carattere informativo, didattico e storico, offerte mediante il loro abbinamento a giornali quotidiani o riviste, nonché della rilevante partecipazione di pubblico, soprattutto di giovani, a conferenze, seminari, dibattiti storici, letterari, filosofici ecc..
4. Nel fatto, ormai conclamato, secondo cui nei momenti di crisi o di incertezza economica, la gente investe nel presente, fruendo di tutto quanto possa, nell’attualità quotidiana, appagare il bisogno di distrazione e di diletto”.