Gli autori europei esprimono una forte preoccupazione in merito alle decisioni della Commissione Europea sulle licenze online paneuropee
ECSA, l’Alleanza Europea Compositori e Autori, è la voce dei compositori e degli autori a livello Europeo.
ECSA è formata dalle tre principali federazioni di compositori europee, suddivise in base al genere: l’Alleanza Europea dei Compositori di musica popolare (APCOE), il Forum dei compositori europei (ECF) e la Federazione Europea dei compositori di musica da film e audiovisiva (FFACE). Essa rappresenta 36 organizzazioni di Compositori e autori in 25 paesi europei.
UNCLA è membro permanente del Direttivo di APCOE, e fa altresì parte sia di FFACE (rappresentata da Pivio) e di ECF (con Tiziano Bedetti).
Nelle ultime riunioni di APCOE (Stoccolma, 11 aprile, e Roma 5 giugno) sono state affrontate diverse importanti e urgenti problematiche che riguardano il lavoro di autore in Europa, e, specialmente nella riunione romana (ospitata da S.I.A.E. presso la Biblioteca del Burcardo), si è deciso di inviare, tramite ECSA, una lettera/appello al Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso per esprimere la profonda preoccupazione riguardo le notizie giungono sul fronte della gestione collettiva europea online dei diritti d’autore musicali.
La lettera/appello è stata consegnata il 3 luglio scorso e contemporaneamente si è tenuta una conferenza stampa dove alcuni autori europei di rilevanza mondiale hanno condiviso le argomentazioni oggetto della lettera.
Il comunicato stampa di ECSA, che riportiamo qui sotto nella traduzione italiana, ha avuto un’ottima esposizione presso tutti i principali organi di stampa europei, con lanci ripresi da Reuters e altre agenzie similari.
Questo è un primo ottimo risultato che si è potuto ottenere solamente grazie al lavoro svolto nell’ambito delle riunioni delle singole associazioni europee e di ECSA, grazie alle quali per la prima volta gli autori europei hanno potuto incontrarsi e confrontarsi sulle problematiche, di rilevanza non più nazionali ma oramai europee, di questo importante lavoro.
Di seguito il comunicato ECSA del 3 luglio scorso.
Comunicato stampa
Benny Anderson, Charles Aznavour, Pedro Almodovar, James Blunt, Miguel Bose, Patrick Doyle, Bryan Ferry, Robin Gibb, David Gilmour , Julio Iglesias, Maurice Jarre, Mark Knopfler, Michel Legrand, Paco de Lucia, Sir Paul McCartney, Ennio Morricone, Nicola Piovani, Sade, Alejandro Sanz, Caetano Veloso, Gabriel Yared… sono tra i numerosi artisti e autori che recentemente hanno lanciato un appello al Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso per esprimere la loro profonda preoccupazione riguardo a una possibile sfavorevole decisione in merito alle licenze di musica su tutto il territorio europeo.
Durante una conferenza con il gabinetto del Presidente Barroso (3 luglio ore 9.00) e con una dichiarazione pubblica letta nel corso di una conferenza stampa (3 luglio ore 10,30), Robin Gibb, Patrick Doyle, Laurent Petitgirard and David Ferguson, in rappresentanza di ECSA (Alleanza dei Compositori e Autori Europei) e dell’intera comunità creativa, hanno reiterato il loro appello al Presidente della Comunità Europea: “In questo momento, Mr. Barroso, necessitiamo una leadership politica. Centinaia di migliaia di piccoli e medi imprenditori, compositori ed editori, sono in procinto di essere eliminati senza il Suo intervento”. Crediamo che questo sarà un disastro culturale, economico e sociale per tutti gli Europei. In questo momento necessitiamo del Suo intervento nel riunire tutte le parti, inclusi noi autori, affinché si trovi una soluzione positiva che risalti il ruolo della creatività e della musica in un’Europa sempre più digitale”. Gli autori sono stati informati che la Commissione Europea pensa di prendere una decisione basata su una ipotesi di violazione della CISAC per quanto riguarda la concorrenza tra le licenze multiterritoriali di musica online, satellite e via cavo (2006 Statement of Objections).
“La DG Competition sembra suggerire, come unica soluzione possibile, lo strumento della concorrenza e la qualificazione delle società di autori quali monopoli. Se queste fossero costrette a competere l’una con l’altra oltre i confini territoriali, l’intero sistema crollerebbe. I maggiori detentori di diritti ritirerebbero i loro repertori e propenderebbero per amministrarli direttamente o licenziarli tramite agenzie. Se confermata dalla Commissione Europea questa decisione contraria agli interessi di autori e rispettive società, avrebbe conseguenze negative su tutto il mercato on line:
– Per gli autori: porterebbe a una drastica riduzione degli introiti per milioni di essi in tutto il mondo. La competizione sui costi da applicare alle utilizzazioni dei lavori rappresentati dalle diverse società di autori oggi esistenti, si tradurrebbe in una gara a chi raccoglie le royalties più economiche.
– Per gli utilizzatori (online service providers, broadcasters…): causerebbe una maggiore frammentazione del repertorio e confusione/incertezza legale nelle utilizzazioni online, via cavo e satellite, nel presente e in futuro.
– Per il pubblico: i consumatori vedrebbero ridursi la loro facoltà di accesso alla musica e alla cultura in generale; si assisterebbe ad un costante aumento della pirateria.
– Per le società di autori: condurrebbe a una diminuzione della loro capacità di rappresentanza e difesa degli autori e indebolirebbe la loro forza negoziativa per la remunerazione degli iscritti.
– Per il mercato digitale europeo: causerebbe maggior danno alla politica culturale Europea e diminuirebbe drasticamente l’abilità dell’Europa a produrre beni culturali sul mercato internazionale. “Negli ultimi anni le società, gli autori e gli utilizzatori di musica, con il pieno supporto della Commissione Europea, hanno lottato per adattare ai diversi paesi le licenze musicali. Il significativo numero di cambiamenti già avvenuti, ha dato avvio ad un processo evolutivo in materia che sta funzionando bene e dovrebbe continuare nella stessa direzione, evolvendosi nel nuovo mercato musicale digitale”, come gli autori Britannici hanno spiegato nella loro lettera al Presidente Barroso
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