La decisione di AGCOM di astenersi dall’adozione dell’annunciato Regolamento arreca di per sé un danno all’efficacia del sistema ordinamentale italiano di contrasto alla pirateria delle opere dell’ingegno. Ecco spiegato perché, ad esempio, il Governo U.S.A. con il Report 301 conferma l’inserimento del nostro Paese nella watch list degli Stati a più alto tasso di pirateria e contraffazione. E’ come se nel settore fiscale si comunicasse che lo Stato avesse deciso di astenersi dal perfezionare la lotta all’evasione fiscale rinunciando all’utilizzo di nuovi e più mirati sistemi. Non importano le asserite motivazioni tecnico-giuridiche che ne sono la base: il messaggio che passa è “in internet resta tutto così com’è” ed oggi l’utilizzo abusivo di opere dell’ingegno nelle reti di comunicazione elettronica in assoluto disprezzo dei diritti dei rispettivi titolari è un dato di fatto riconosciuto da tutti.
La SIAE, fin dalle origini della manifestata volontà di AGCOM di adottare un provvedimento in materia, aveva offerto tutte le possibili forme di collaborazione tecnica ed operativa alle strutture dell’AGCOM, secondo le linee di coordinamento fra le due Istituzioni stabilite già dalla legge n. 248/2000 che, si ricorda, fin da allora è designata come “legge antipirateria”. Sia in vista dell’adozione della prima delibera AGCOM del dicembre 2010, che con l’adozione di quella successiva, del luglio 2011, la SIAE ha costantemente illustrato all’AGCOM il proprio avviso sui progetti intorno ai quali ruotava l’istruttoria e ciò sia dal punto di vista tecnico-giuridico che da quello socio-economico sostenendo, al riguardo, e dimostrando con i fatti, come la lotta all’abusivo utilizzo delle opere dell’ingegno nella Rete dovesse partire dalla enucleazione ed adozione di un’ampia offerta legale di contenuti, che costituisse la base per evidenziare marcatamente le condotte di veri utilizzatori abusivi. La SIAE infatti ha proseguito nella propria opera di elaborazione e pratica di schemi di licenza semplici, economici e trasparenti, che dessero in definitiva all’utente onesto la possibilità di “restare onesto”. Occorreva quindi passare ad un sistema sanzionatorio che non toccasse l’utente ma i siti dove possono verificarsi certe condotte, sistema sanzionatorio efficace, senza se e senza ma, avendo sempre di mira l’equilibrio tra la massima libertà di espressione e la massima tutela possibile dei titolari di prodotti creativi e culturali. Se questi soggetti non fossero protetti e sostenuti nel loro lavoro, occorre sempre tenere ben chiaro, la cultura e la creatività stesse non avrebbero spazi di sopravvivenza.
Fonte: www.siae.it