“L’equo compenso e’ previsto da anni nel nostro sistema, in particolare dal decreto legislativo n. 68/2003, che ha attuato una direttiva comunitaria. Non e’ una tassa ma un compenso dovuto per legge a soggetti privati. Paesi come la Francia, la Germania e la Spagna (e altri ancora) hanno previsto da tempo tale compenso e lo hanno stabilito in misura ben piu’ alta di quanto lo abbiamo fatto noi”.
Il ministro dei Beni Culturali replica in particolare a un articolo appoarso sul quotidiano “La Repubblica” nei giorni scorsi. Il ministro sottolinea che “lo Stato non c’entra nulla” con tale compenso ricordando allo stesso tempo che “proteggere il diritto d’autore e’ un modo per consentire a creatori, interpreti ed esecutori di proseguire la propria attivita’ e preservare la loro autonomia e dignità”.
Bondi ha inoltre annunciato che sarà istituito un tavolo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio “nel quale saranno rappresentati tutti i soggetti portatori degli interessi coinvolti, compresi i consumatori”.
Fonte: AGI