“La normativa italiana sulla copia privata già prevede esenzioni per gli usi professionali e delle pubbliche amministrazioni”, dichiara il Direttore Generale della SIAE Gaetano Blandini, commentando positivamente la sentenza della Corte di Giustizia Europea emessa giovedì scorso in materia di copia privata.
“La Corte riafferma la legittimità di un sistema di compenso posto a carico di fabbricanti e distributori di apparecchiature, dispositivi e supporti di riproduzione digitale. Peraltro viene confermato uno dei cardini dell’istituto della copia privata e cioè che non è necessario accertare che chi si serve di queste apparecchiature abbia effettivamente realizzato copie private. Circa la precisazione innovativa della Corte, e cioè la non conformità alle norme europee di una applicazione “indiscriminata” dell’equo compenso per copia privata, è da chiarire che sin dal 2003 – anno in cui è stata recepita in Italia la direttiva comunitaria – trova attuazione in Italia, in particolare nelle procedure della SIAE (ente pubblico al quale la legge demanda l’applicazione della normativa nazionale sulla copia privata), un sistema di esenzioni e rimborsi”.
“E’ da sottolineare particolarmente – conclude Blandini – come il recente decreto Bondi in materia di revisione dei livelli di compenso per copia privata si ispiri ai medesimi principi oggi enunciati dai giudici europei: il decreto infatti, nel confermare la vigenza degli accordi stipulati dalla SIAE con le Associazioni di categoria in tema di esenzioni e rimborsi, ha previsto la possibilità di individuare e disciplinare ulteriori esenzioni per gli usi professionali”.