Gli autori europei sono molto preuccupati per la possibilità che l’Unione Europea possa cancellare i diritti per copia privata. Questa mattina si è svolta a Bruxelles una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, fra gli altri, il regista Bertrand Tavernier, il compositore Roman Vlad, il regista Citto Maselli, il cantante Yves Duteil, la cantante Paloma Sanbasilio, l’autore Victor Emanuel, l’editore Patrick Zelnick, i fratelli Luc e Jean Pierre Dardenne. Ha moderato l’incontro il Presidente della società d’autori francese Sacem Bernard Miyet, che è anche Presidente del GESAC (l’organismo che raggruppa le società d’autori e compositori europee).
Miyet ha letto una dichiarazione inviata dal regista spagnolo Pedro Almodovar: “Anche se nell’industria audiovisiva il compenso per copia privata non è certo al primo posto tra i guadagni per degli autori, questo compenso aiuta le produzioni a finanziarsi progetti e costi iniziali. Il compenso per copia privata è cruciale per le piccole imprese cinematografiche che, grazie ad esso, possono iniziare a scrivere i soggetti e le sceneggiature. L’identità culturale dell’Europa è dovuta proprio ad una moltitudine di creatori e ad una pluralità di creazioni: abbattere la copia privata significa tagliare parte di questa pluralità”.
Il regista Bertrand Tavernier ha dichiarato: “Sono molto inquieto: il compenso per copia privata fino ad oggi è stato il mezzo migliore per fermare l’esproprio degli autori. Senza questo compenso non avrei potuto fare i miei primi tre film. E’ molto grave il fatto che la Commissione voglia decidere senza sentire gli autori. Una decisione che si vuole prendere con arroganza e senza competenza. Favorendo solo l’industria digitale l’Europa va contro la cultura. Il problema non è per i grandi autori, ma per le migliaia di autori che grandi ancora non sono e d’altra parte bisogna considerare che la materia prima, la musica, le canzoni, i film, che viene trasmessa dall’industria multimediale attraverso l’on line rappresenta le opere d’arte, i contenuti artistici. Ora i creatori rischiano di essere calpestati, mentre invece l’industria digitale che non vorrebbe più corrispondere pochi euro di copia privata o sui supporti vergini o sulle memorie di riproduzione, si arricchirebbe sempre di più”.
Dal canto suo, il compositore e musicologo Roman Vlad , che è stato a lungo Presidente della SIAE e della CISAC (la confederazione internazionale delle società d’autori e compositori), ha dichiarato: “La direzione del mercato interno sembra dimenticare che il diritto d’autore non è una tassa, né tantomeno una rendita che deriva dalla proprietà intellettuale, è semplicemente il salario dell’autore. Senza questo salario l’autore è schiavo: o di un regime totalitario o di un’impresa. L’autore ha certo interesse che la sua opera sia diffusa in tutti i modi, ma per questo deve ricevere un giusto compenso. La copia privata ha finora permesso di vendere migliaia di apparecchi riproduttori, di memorie digitali, di vendere migliaia e migliaia di abbonamenti a Internet, che utilizzano musiche, canzoni, film e di permettere anche agli utenti di duplicarle, garantendo però anche gli autori. Ora la Commissione Europea vorrebbe eliminare parte del salario degli autori e lasciare le megaindustrie elettroniche e digitali di aumentare ancor più i loro profitti, cancellando anche questo diritto d’autore”.
Il regista e autore cinematografico Citto Maselli ha aggiunto : “Ricordiamoci che il diritto d’autore è fondamentale per l’autonomia perché l’autore possa esprimere in libertà la propria concezione della vita, della società, del suo tempo. Non siamo contro le tecnologie, siamo per la tecnologia che rispetta l’autonomia e la libertà degli autori e che permette loro di lavorare in autonomia e libertà”.
Luc Dardenne ha dichiarato: “Quello che accade è molto grave, denuncio la legalizzazione di un esproprio. Sarà sempre più difficile produrre non solo film, ma anche progetti. Pochi sanno infatti che prima di arrivare alla realizzazione di un film c’è una catena invisibile. Decine di soggetti e sceneggiature, una catena che non si vede, ma che in parte veniva finanziata da questo importante ritorno economico, rappresentato dalla copia privata”.
Il fratello Jean Pierre Dardenne ha infine aggiunto: “Il diritto d’autore inteso come un lavoro creativo e artistico è un punto fermo dell’Europa e della sua cultura. Ho detto è, spero di non dover dire era, perché dobbiamo ricordare che essere autori non è un privilegio e che per pochi autori che si conoscono, ci sono migliaia di autori che lavorano senza essere noti. La copia privata garantisce loro la possibilità di lavorare. Non capiamo perché rispetto a pochi spiccioli di copia privata ora la Commission Europea debba fare un favore alle multinazionali tecnologiche, telefoniche, digitali”.
Nel 2005 sono stati ripartiti agli autori 555 milioni di euro per copia privata. La sola Apple nello stesso 2005 ha venduto oltre 32 milioni di iPod (Damon Darlin in “The iPod ecosystem” dal New York Times del 3 febbraio 2006).