L’Assemblea Nazionale francese ha approvato l’altro ieri il disegno di legge di riforma della normativa sul diritto d’autore con una maggioranza schiacciante: 296 sì e 193 no.
Il DADVSI (Droits d’Auteur et Droits Voisins dans la Société de l’Information), recepisce la direttiva europea 2001/29 e dovrà essere ora approvato dal Senato.
La prima novità riguarda l’interoperabilità tra i sistemi anticopia, con la conseguenza che i diversi produttori di tecnologie DRM (Digital Rights Management) dovranno consentire agli utenti di trasferire i contenuti legalmente acquistati da una piattaforma all’altra.
“Le misure tecnologiche – si legge in uno degli articoli della normativa – non devono esprimersi nell’ostacolare l’interoperabilità. Le misure tecniche non possono rappresentare un ostacolo al libero utilizzo dell’opera o del contenuto protetto”.
Si tratta di una misura, certamente innovativa, che altera fortemente alcuni modelli di business che vedono legato il download di file all’utilizzo con determinati sistemi e player come l’iPod di Apple, che utilizza il sistema DRM FairPlay, sempre della stessa Apple, o l’ATRAC3 di Sony. Per non parlare della piattaforma Windows Media di Microsoft.
“Nessuno può vietare la pubblicazione del codice sorgente e della documentazione tecnica della porzione di un software indipendente che interagisce per scopi legali con una misura di protezione tecnologica”, stabilisce la norma.
Apple Computer ha fortemente criticato questo aspetto del disegno di legge, sostenendo che il provvedimento, che obbliga la società a rendere compatibili i brani in vendita sul suo sito iTunes Music Store con tutti i lettori musicali, rischia di favorire la pirateria.
“L’applicazione da parte della Francia della direttiva europea sul copyright porterà ad una pirateria patrocinata dallo Stato”, ha dichiarato Natalie Keris, portavoce del gruppo americano, inventore dell’iPod. “Se ciò avvenisse, le vendite legali di musica crollerebbero mentre alternative legali alla pirateria comincerebbero a diffondersi tra i clienti”.
Apple stima però che la misura avrà per effetto di stimolare le vendite del suo lettore iPod. “Le vendite d’iPod aumenteranno certamente perché gli utenti potranno memorizzare liberamente sui loro iPod la musica ‘compatibile’ che non potrà essere protetta correttamente”, ha detto Natalie Kerris. “Non saremo più tanto lontani dai film gratuiti sugli iPod”.
Il secondo punto sotto i riflettori sono le norme che colpiscono la pirateria informatica. Si prevedono sanzioni come la multa da 38 euro per coloro che vengono colti a scaricare file protetti dal diritto d’autore a scopo personale, quella da 150 euro invece per chi mette a disposizione di altri ciò che scarica. Multe più pesanti, fino a 3.750 euro, per chi crea sistemi capaci di bypassare i sistemi anticopia. E 750 euro a chi venisse colto ad utilizzare questi sistemi.
Si arriva sino a 300mila euro, a cui si aggiungono anche possibili pene detentive fino a tre anni, per chi invece produce e vende software che può essere utilizzato per condividere opere protette: una misura che in pratica renderebbe illegale lo sviluppo di software di condivisione.
Nelle prossime settimane il Senato francese dovrà confermare l’mpostazione data al DADVSI dall’Assemblea, o apportarne ulteriori modifiche.