Ha avuto luogo presso il Comando Regionale della Guardia di Finanza di Genova un incontro di aggiornamento professionale ed approfondimento sui temi della tutela della proprietà intellettuale e della lotta alla pirateria multimediale, promosso dalle associazioni antipirateria dei titolari di diritti d’autore nei campi dell’informatica (BSA, Business Software Alliance), dell’audiovisivo (FAPAV), della discografia (FPM), in collaborazione con l’emittente satellitare SKY TV.
L’incontro ha ospitato interventi di Arnaldo Borsa (Responsabile Antipirateria BSA), Morgan Peyrot (FAPAV), Luca Vespignani (FPM) e Vittorio Livraghi (SKY TV), seguiti da una trentina di ufficiali e sottufficiali appartenenti ai diversi reparti che fanno capo al Comando Regionale.
Introdotti dal Comandante Regionale, il Generale di Brigata Water Peruzzo, i relatori hanno affrontato il tema della pirateria informatica, declinandolo nelle sempre più avanzate modalità in cui si manifesta e spiegando le diverse forme in cui si manifesta, illustrando la normativa vigente in materia di proprietà intellettuale e presentando le metodologie più moderne per condurre indagini e verifiche contro organizzazioni criminali sempre più aggiornate a livello tecnologico.
“Si tratta di tipologie di reato difficili da tenere sotto controllo in quanto in costante evoluzione con la rapidità caratteristica delle nuove tecnologie digitali e di rete”, ha affermato il generale Peruzzo. “Il che rende ancora più preziosa la collaborazione fra il Corpo, che annovera tra i propri compiti istituzionali anche il controllo degli spazi doganali e dei flussi delle merci, e le associazioni di categoria, specie in un momento in cui anche il quadro normativo e processuale di riferimento è in fase di mutamento e in uno dei principali porti del Mediterraneo, quale appunto è Genova”.
“Una collaborazione che a nostra volta auspichiamo costante, duratura e di mutua utilità”, commenta Arnaldo Borsa di BSA, “perché rappresenta l’unico baluardo contro il malcostume dilagante fra molti imprenditori e professionisti – talvolta persino rivenditori degli stessi prodotti piratati – di considerare la proprietà intellettuale un ‘bene pubblico’ a tutti gli effetti.
Un malcostume favorito poi da una percezione di sostanziale impunità di questi reati, che intendiamo scoraggiare ad ogni costo, in quanto altamente diseducativa a tutti i livelli sul piano sociale, oltre che economicamente dannosa”.