Alcune associazioni internazionali degli autori e dei produttori di opere dell’ingegno hanno stilato un comunicato congiunto in cui manifestano la propria preoccupazione per l’”offensiva sproporzionata” in atto contro il sistema di copia privata “che è una fonte di reddito essenziale per i creatori, gli artisti e i loro produttori”.
Le associazioni criticano l’atteggiamento della Commissione europea troppo sensibile agli argomenti delle lobby dell’industria ITC. Come ribadisce il comunicato firmato da Aepo-Artis, Aidaa, Afi, Biem, Cisac, Eurocinema, Eurocopya, Eva, Icmp/Ciem, Fera, Fia, Fiapf, Fim, Gesac, Giart, Ifrro, Impala, “la copia privata non frena in nessun modo, e le statistiche lo provano, lo sviluppo dell’industria. Il tasso di penetrazione dei lettori mp3 nei mercati tedesco e francese – paesi in cui esiste un compenso per copia privata – è simile a quello britannico in cui tale compenso non esiste. La stessa constatazione vale per il mercato della musica on line. D’altro canto, l’ammontare dei diritti per copia privata legittimamente riscosso nei 20 stati membri in cui è vigente… evolve in proporzioni ragionevoli che restano largamente al disotto del boom di pratiche di copia privata constatato in ambiente digitale.
Per contro, l’impatto negativo di una eventuale soppressione di questo compenso per i creatori è facilmente quantificabile. Il totale delle somme riscosse nell’Unione europea (tranne i paesi baltici) ha raggiunto, nel 2004, 560 milioni di euro… L’eliminazione o il congelamento del compenso per copia privata causerebbe un grave danno al mondo della cultura in Europa”.
Le associazioni firmatarie, che hanno deciso di unire i loro sforzi per difendere i loro diritti ribadiscono la legittimità del compenso per copia privata: “il compenso richiesto è limitato (…) e non può minare la competitività delle imprese, come testimoniano i loro risultati”.
Secondo i firmatari “l’industria dei contenuti è la parte più importante dell’economia del digitale” e pertanto manifestano il proprio stupore per “il partito preso dalla Commissione europea, il suo apparente disinteresse per la creazione artistica” e richiedono alla Commissione “un approccio più equilibrato”.