Al via gli Stati generali dell’editoria 2006 con il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Condivido la vostra convinzione che siano in giuoco non soltanto i legittimi interessi delle imprese editoriali, ma l’interesse generale del nostro Paese”.
“(…) Ho trovato particolarmente interessante la definizione del tema specifico da voi prescelto per questa edizione, sintetizzato nello slogan “Investire per crescere”, e condivido la vostra decisione di farne oggetto di una ricerca di alto valore scientifico, che vi preparate a discutere. Due anni fa intitolaste il vostro convegno “Più cultura, più lettura, più Paese”, e ne nacque un importante approfondimento del rapporto fra la crescita della lettura e della cultura, e la crescita civile del Paese. Oggi, scegliendo come slogan “investire per crescere”, vi proponete di accertare quale sia la correlazione fra la lettura e lo sviluppo economico, in Italia e nelle singole regioni. E’ un tema di grande rilievo.
E’ bene noto che il maggior benessere porta ad aumentare gli indici di lettura, di libri come di pubblicazioni periodiche. E’ importante che vi siate proposti di accertare e di proporre all’attenzione di tutti, e in particolar modo del mondo della politica, dati precisi sul rapporto inverso di causa ed effetto fra lettura e crescita; individuando così nelle spese per la cultura, in particolar modo per la lettura di libri, un investimento, e non un consumo.
Attendo con interesse di conoscere le vostre proposte concrete per la promozione della diffusione del libro in tutte le regioni d’Italia. Condivido la vostra convinzione che siano in giuoco non soltanto i legittimi interessi delle imprese editoriali, ma l’interesse generale del nostro Paese.
Voglia accogliere, caro Presidente, il mio plauso per la vostra iniziativa e il mio più cordiale saluto. E ancora auguri di buon lavoro a tutti voi”.
Partono con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli Stati Generali dell’editoria 2006, le Assise del mondo del libro in programma oggi e domani, 22 settembre, a Roma al Complesso San Michele a Ripa. Un momento che metterà a confronto gli editori italiani con Governo, Istituzioni, economisti, giornalisti, politici, rappresentanti delle istituzioni, locali e non, e delle forze politiche. Al centro, il libro – e più in generale l’industria dei contenuti -, e la sua capacità, dati alla mano, di influire sulla produttività del Paese, attraverso tre focus – dedicati al valore della lettura, dell’editoria e dei contenuti – e una sessione per presentare e discutere il Manifesto degli editori con le proposte, per la prima volta unitarie e coordinate, del settore.
“L’importanza – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Federico Motta, in apertura della due giorni – della dimensione economica del nostro settore, non in contrasto ma in perfetta sovrapposizione alla dimensione culturale – proprio perché economia e cultura non possono essere più considerati due piani separati dello sviluppo – spiega anche perché la sezione di questa mattina sarà chiusa dal Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. Ed anche in questo caso la sua presenza non può che essere interpretata come una sottolineatura della rilevanza strategica dei temi della crescita culturale per le imprese italiane. Il tema è dunque, come recita lo slogan che abbiamo scelto come titolo del convegno: “Investire per crescere”. Investire in lettura, in cultura, in libri, in educazione. Ed investire da parte di tutti: da parte nostra, innanzi tutto, perché è il cuore del nostro compito di imprenditori, ma anche da parte pubblica. (…) Il nostro obiettivo è quello di evidenziare che l’impegno degli editori, ed i loro investimenti, saranno tanto più utili alla collettività, quanto più si riuscirà a determinare una volontà diffusa a sostegno della spesa, pubblica e privata, in conoscenza. A partire dall’istruzione, fino ai più alti gradi degli studi, e non solo durante l’età scolare. Ma sono necessari investimenti anche nella ricerca e nella valorizzazione e diffusione dei suoi risultati, e più in generale nell’ampliamento di quella “conoscenza informale”, come la chiamano i nostri amici economisti, così legata al consumo di libri, che pure contribuisce allo sviluppo.
Parleremo di cose concrete, e quindi anche di risorse. Con la consapevolezza delle difficoltà di bilancio. La data che abbiamo scelto – settembre, quando si sta scrivendo la Legge finanziaria – non consente né a noi né ai nostri interlocutori di bluffare. Chiederemo allora che, prima di ogni altra cosa, le risorse che sono già disponibili siano ben indirizzate, spese in modo coordinato, senza sprechi e duplicazioni. Poi cercheremo di individuare gli ambiti dove ogni euro aggiuntivo che si deciderà di investire da parte pubblica possa dare maggiori risultati: a partire dallo sviluppo delle biblioteche pubbliche, scolastiche, universitarie e di quelle delle famiglie, nonché per la promozione del libro italiano all’estero, per i programmi di ricerca e sviluppo nel nostro settore, per la rete di librerie.
Chiederemo che vi sia rispetto per il diritto d’autore e che si lavori alle politiche di valorizzazione dei diritti, per facilitare l’accesso a più contenuti culturali a costi limitati, da parte di tutti. Avendo piena consapevolezza dei vincoli posti dai costi di produzione e commercializzazione dei libri, delle politiche dei prezzi, ma soprattutto del valore che la spesa in libri può assumere nella crescita del sistema Italia (…). Mi auguro di poter chiudere i lavori domani con una iniezione di fiducia. La stessa che avevo chiesto alla fine degli Stati Generali del 2004. Confido che ci sia, per me e per tutti gli editori che ho l’onore di rappresentare, una prospettiva di impegno comune, per non essere condannati alla solitudine che non ci spaventa per il nostro domani, ma ci preoccupa per il futuro dell’Italia”.