La Guardia di Finanza di Cagliari inibisce l’accesso a Btjunkie, la super piattaforma digitale pirata che vantava oltre 500mila accessi quotidiani dall’Italia

Dopo il blocco nel 2008 di Pirate Bay, che da quel momento ha registrato un calo degli accessi di oltre il 70%, un’altra piattaforma digitale pirata è stata colpita da ordine di inibizione. Fimi, la federazione di Confindustria che rappresenta le principali aziende discografiche italiane, plaude alla brillante operazione compiuta dalla Magistratura e dalla Guardia di Finanza di Cagliari che, in attuazione di un apposito provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria, ha inibito l’accesso dall’Italia a Btjunkie.org, uno dei più importanti supermercati mondiali del falso multimediale.
L’operazione ha una rilevanza importante sia perché la piattaforma vantava oltre 500 mila accessi quotidiani dall’Italia con la possibilità di scaricare musica, film, videogiochi e software e, grazie ai numerosi banner pubblicitari presenti, permetteva ai gestori di guadagnare una stima di circa 3,5 milioni di euro l’anno, sia perchè dal punto di vista giuridico tale provvedimento risulta particolarmente innovativo. Si tratta infatti per la prima volta di un “ordine di inibizione” direttamente dal PM rispetto ai recenti provvedimenti, vedasi anche il caso di Pirate Bay, dove il “sequestro tramite inibizione” veniva convalidato dal GIP ed era appellabile al riesame. In questo caso sarà percorribile solo un ricorso per Cassazione. L’inibitoria viene imposta sulla base della normativa sul commercio elettronico, ovvero gli art.14 e seguenti del D.Lgs 70 del 2003 ove si prevede che l’autorità giudiziaria possa esigere, anche in via d’urgenza, che l’ISP impedisca o ponga fine alle violazioni commesse. Si tratta quindi di una velocizzazione delle procedure con le quali viene inibito l’accesso ai siti esteri che dispiegano la propria attività illecita anche sul territorio italiano.
“Il blocco del sito pirata Btjunkie è un importante messaggio mandato dalla magistratura italiana alle organizzazioni criminali che prosperano sulla distribuzione illegale di musica” – ha dichiarato il Presidente di FIMI, Enzo Mazza. “L’indagine della Guardia di Finanza e l’intervento della Procura di Cagliari non raccolgono solo il plauso delle imprese che producono contenuti ma anche di tutti quei partner tecnologici che oggi in Italia contribuiscono allo sviluppo del mercato legale della musica digitale. I colpi inflitti ai criminali di Pirate Bay prima e ora a quelli di Btjunkie sono fondamentali per favorire un accesso legittimo alle produzioni creative mettendo fuori gioco le piattaforme illecite” – ha concluso il Presidente della Fimi.
In Italia nel 2010 il mercato legale della musica online ha fatturato circa 22,5 milioni di euro con una crescita di circa il 10% rispetto al 2009, il tutto trainato in gran parte dal successo del download da internet cresciuto del 14% rispetto al 2009. Il digitale nel nostro Paese ha mostrato un trend percentuale più pronunciato rispetto alla media mondiale che è stata del 6%.