“Per il secondo anno consecutivo le circa 190 aziende discografiche associate ad AFI sono rimaste fuori dalla categoria Giovani del Festival di Sanremo”. Questa la denuncia, dettata da un disappunto molto più che formale, con cui il presidente dell’Associazione Fonografici Italiani, avv. Leopoldo Lombardi, ha scelto di esprimere in una nota di protesta.
I fatti sono noti: nei giorni scorsi sono stati pubblicati i nomi dei giovani artisti scelti per partecipare alla 60° edizione del Festival di Sanremo. Le aspettative dei Produttori Discografici Indipendenti erano elevate visto che ben 22 artisti, legati ad etichette iscritte all’Afi, su 78 erano stati convocati alle audizioni live conclusive. Ma la delusione è stata tanta quando si è appreso che, nella lista dei nominativi degli artisti scelti per partecipare nella categoria Nuova Generazione, nessuno apparteneva alle aziende legate ad Afi, storica associazione che raggruppa la maggior parte delle imprese discografiche nazionali. Molti, invece, i nomi legati ad aziende multinazionali.
Nella categoria Big non è andata meglio. Le aziende AFI si sono viste rappresentare con un solo artista sui 16 partecipanti. Va ricordato che qui la scelta dipendeva esclusivamente dal Direttore Artistico.
“Dobbiamo prendere atto della forte discriminazione riservata alle etichette indipendenti nostre associate. Decisioni di questo tipo, che determinano di fatto l’esclusione degli artisti legati alle etichette italiane indipendenti – ha commentato Leopoldo Lombardi – emarginano un intero sistema, già escluso dai talent show televisivi appannaggio esclusivo delle multinazionali e penalizzato dalla pirateria digitale, dall’assenza di aiuti e facilitazioni fiscali, previsti invece in altri paesi”.