La terza sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Begamo contro l’ordinanza con cui il Tribunale del riesame aveva stabilito che gli ISP italiani dovessero smettere di dirottare il traffico degli utenti italiani intenzionati ad approdare a The Pirate Bay. La decisione del Tribunale è stata annullata con rinvio. Le motivazioni verranno depositate a breve.
FIMI, federazione dell’industria musicale italiana, aderente a Confindustria, che aveva dato il via al caso Pirate Bay in Italia è soddisfatta della decisione della Cassazione.
“Pirate Bay ha potuto operare impunemente per quasi un anno dopo la decisione del riesame che aveva annullato il sequestro ordinato dal GIP di Bergamo” ha dichiarato Enzo Mazza, presidente della federazione “con gravi danni per la musica italiana. Oggi ci troviamo di fronte alla possibilità di ottenere nuovamente il blocco del sito in Italia, così com’era avvenuto nell’agosto del 2008 a tutela della produzione italiana dei contenuti”.
Recentemente i legali di FIMI e di FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale) avevano anche presentato una richiesta di risarcimento pari ad un milione di euro ai creatori e gestori del noto sito tracker svedese Pirate Bay. La richiesta era basata sulle evidenze raccolte nel corso del procedimento penale di Bergamo dove, sia il Giudice per le Indagini Preliminari sia il Tribunale del Riesame di Bergamo, a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza, hanno ritenuto che Pirate Bay fosse comunque in violazione della normativa italiana sul diritto d’autore.
Pirate Bay in Italia
In Italia il sito thepiratebay.org è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo, a seguito di un’operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell’agosto del 2008. I quattro creatori e gestori del sito sono stati denunciati per violazione della vigente normativa in materia di diritto d’autore. Nell’ambito dell’operazione,era stato anche ingiunto a tutti gli internet provider italiani,di predisporre il blocco IP e DNS del sito svedese. Il provvedimento della procura, pienamente confermato dal Giudice per le Indagini Preliminari, è stato parzialmente revocato dal Tribunale del Riesame che, pur confermando in modo netto e deciso l’illiceità della condotta dei gestori di Pirate Bay, ha disposto la revoca del blocco IP e DNS per vizio di forma. Tale decisione è stata oggi annullata dalla Cassazione.
A prescindere dalla pronuncia della Suprema Corte di Cassazione thepiratebay.org, ai sensi della vigente normativa in materia di diritto d’autore, rimane un sito illegale e gli utenti che lo utilizzano per scaricare brani non autorizzati rischiano di incorrere nelle sanzioni previste dall’ art. 174 ter (sanzione amministrativa pari a 154 euro) oppure dagli art 171 a-bis e 174 bis (multa fino a 2065 euro e sanzioni amministrative pari a 103 euro per ogni file illegalmente immesso in rete).
Chi è Pirate Bay
Pirate Bay è uno dei più noti siti tracker per Bit Torrent al mondo. Dal 2004 ad oggi la popolarità del sito è andata progressivamente aumentando. I dati statistici disponibili on line evidenziano che The Pirate Bay è attualmente uno dei 100 siti web più visti al mondo, con circa 20 milioni di visitatori al mese.
La celebrità della “Baia dei Pirati” è testimoniata inoltre dal fatto che i suoi contenuti sono tradotti in 13 lingue, tra cui l’italiano e proprio dall’Italia proveniva oltre il 2% dei contatti, ovvero circa 450.000 visite al mese. L’attività del sito genera copiosi profitti per i loro gestori attraverso la presenza di banner pubblicitari (riquadri contenenti immagini, animazioni e suoni funzionali alla pubblicizzazione di prodotti e servizi che consentono di accedere ai siti dei produttori o fornitori) ospitati sulle pagine web della “Baia dei Pirati”.