Gli autori italiani, tutti, sono sul piede di guerra contro il Ministro dell’Economia Padoa Schioppa. E non tanto per la finanziaria, quanto per le pretese di reperire 20 milioni di euro dai loro diritti d’autore e mettere così in crisi la S.I.A.E.
In una lettera inviata ieri al rappresentante del Dicastero per l’Economia, le Associazioni di autori musicali, cinematografici, teatrali, radiotelevisivi, di fiction, degli editori, degli scrittori, dei produttori cinematografici a cui si aggiungono anche i produttori discografici, si dicono sgomenti di fronte alla decisione del Ministro per l’Economia di pretendere 20 milioni di euro, sottraendoli al bilancio della S.I.A.E.
La S.I.A.E., si sa, è un Ente Pubblico del tutto particolare strutturato a base associativa, non riceve alcuna sovvenzione dallo Stato e in pratica amministra soldi privati degli autori che vi aderiscono.
I firmatari delle Associazioni non capiscono la pretesa del Ministro dell’Economia, che di fatto farebbe crollare il bilancio della S.I.A.E. 2005, che invece si presenta con un avanzo di mezzo milione di euro.
Inoltre il Ministero dei Beni Culturali che esercita la vigilanza sulla S.I.A.E., aveva già di fatto approvato lo stesso bilancio della Società Italiana Autori ed Editori.
In relazione alla lettera inviata al Ministro Padoa Schioppa da autori, editori e produttori italiani, il Presidente Giorgio Assumma, dichiara quanto segue:
“Giù le mani dalla S.I.A.E. I soldi che essa gestisce sono il frutto del lavoro degli autori e degli editori italiani. Nessuno può appropriarsene, neppure lo Stato.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoa Schioppa, applicando una norma di legge incostituzionale e comunque non riferibile alla S.I.A.E., ha costretto il Ministero per i Beni e le Attività Culturali a sospendere l’approvazione amministrativa del bilancio S.I.A.E. del 2005.
Un bilancio estremamente positivo, che ha avuto l’assenso non soltanto dell’assemblea rappresentativa degli ottantamila associati alla S.I.A.E. stessa, ma ha altresì ricevuto l’avallo dello stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Per sbloccare la situazione di stallo che procura ingentissimi danni agli autori e agli editori il Ministero di Padoa Schioppa pretende il preventivo pagamento da parte della S.I.A.E. di oltre 20 milioni di euro. Un tentativo di esproprio contrario alla legge, e che offende, tra l’altro, la dignità della cultura italiana.
La S.I.A.E., con tutte le sue forze si opporrà a tale tentativo in ogni sede legale consentita, comprese la Corte Costituzionale e l’Autorità giudiziaria della Unione Europea.
E’ stato già chiesto un immediato incontro con il Ministro affinchè riesamini la situazione e tolga gli ostacoli che impediscono alla S.I.A.E. di proseguire tranquillamente il suo cammino e permetta agli autori di procedere nel proprio lavoro quotidiano di per sé non facile”.