Di fronte alla minaccia di un esproprio della Siae da parte del Governo, gli autori e gli editori italiani minacciano di abbandonare l’ente per trasferire la gestione dei loro “inalienabili diritti” ad altre società europee. La clamorosa decisione potrebbe essere presa in risposta a un decreto del governo che ha di recente costituito una commissione di studio per la riforma della Siae stessa, senza la partecipazione degli autori e degli editori, presieduta dal segretario generale di Palazzo Chigi, professor Mauro Masi.
L’assemblea della Siae, riunitasi oggi a Roma nel palazzo di via della Letteratura all’Eur, in un messaggio inviato al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio, ha ribadito all’unanimità che la società è “un ente di diritto pubblico economico a base associativa, che ha il compito di tutelare il diritto d’autore e amministra un patrimonio (circa 600 milioni di euro l’anno) di cui sono artefici e titolari esclusivi gli autori e gli editori ad essa associati”.
Secondo l’assemblea, nella quale sono rappresentate tutte le associazioni degli autori ed editori italiane, “la Siae deve poter continuare a gestire in piena autonomia e indipendenza, con organi sociali democraticamente eletti, i diritti degli autori e degli editori italiani e stranieri le cui opere sono utilizzate nel nostro Paese, frutto del loro lavoro e della loro creatività”.
Fonte: SIAE