Riportiamo di seguito l’intervento introduttivo dell’Avvocato Assumma designato lo scorso 20 settembre dall’Assemblea SIAE quale nuovo Presidente.
“Allora, cari amici, in occasioni come questa, in genere, secondo la prassi, l’eletto ringrazia gli elettori con un prologo molto ampolloso e talvolta eccessivo. Io invece voglio immediatamente aprire la mia anima e le mie speranze alla vostra considerazione e alla vostra valutazione, con franchezza e spero anche con chiarezza. Con questa franchezza vi dico che quando prima dell’estate alcuni rappresentanti delle vostre associazioni sono venuti per propormi e prospettarmi la possibilità di una mia candidatura a presidente della SIAE, io istintivamente nel mio cuore ho avuto una reazione categoricamente negativa, ho detto no. Perché? Perché ritenevo di essere arrivato ad un punto della mia vita in cui forse era necessario farsi un po’ da parte per dedicarmi di più agli affetti familiari che ho trascurato, per completare degli studi umanistici che ho cominciato e non sono mai riuscito a portare a compimento, per stare più vicino ai miei giovani studenti delle due università dove, come qualcuno di voi sa, insegno due materie molto vicine alle vostre attività professionali ed imprenditoriali e cioè diritto della editoria e diritto della Unione Europea. Ma questo no categorico si è andato via via indebolendo e si è trasformato in un sì altrettanto categorico. Perché questo mutamento? Perché ho pensato alla SIAE del passato, ai grandi uomini, alle grandi battaglie che hanno portato l’Ente a primeggiare e a divenire un bene della collettività, di tutta la collettività nazionale, indipendentemente dalle qualifiche di autori, di editori, di produttori e questo patrimonio culturale, ho pensato, non si può improvvisamente gettare nel cestino dei rifiuti di un commissario straordinario o addirittura nel cestino dei rifiuti di un liquidatore: perché in occasione dei vari incontri che abbiamo avuto con delle autorità istituzionali, si è anche pensato, si è anche parlato di una liquidazione definitiva, cioè della morte della SIAE, supportando questa possibilità con il fatto che la legge sul diritto d’autore che attribuisce l’esclusiva alla SIAE nella esazione e nella gestione dei proventi non è più in linea con i principi dell’Unione Europea, cosa non vera che dovremo però comunque contestare. Poi ho pensato alla SIAE di oggi, che dall’esterno viene vista come un teatrino della politica, a motivo di certi contrasti anche esagerati che si sono creati tra alcune categorie di soci e addirittura tra alcuni soci della stessa categoria. Ora il conflitto finché è confronto di idee e di opinioni è fondamentale per una vita democratica, ma non deve mai trascendere, non deve mai andare oltre certi limiti che il buon senso delinea precisamente e che la correttezza della vita associativa considera insuperabile. Il teatrino della politica facciamolo fare ai politici. Voi dovete invece con serietà, noi a questo punto, con serietà dobbiamo superare le discrasie e i contrasti con un senso di responsabilità. Durante gli incontri con alcune vostre categorie, io ho ricevuto pacchi di appunti, opinioni, suggerimenti e ne ho tratto leggendoli la sensazione anzi la certezza che i problemi sono tanti, ma veramente tanti, e sarà difficile risolverli tutti. Dovremo espungere da questo complesso di problemi le tematiche più immediate e più importanti. Ho pensato poi agli strali che sono venuti dall’esterno contro l’autonomia del potere decisionale di voi associati, che in qualsiasi forma associativa deve essere inviolabile; siete voi che dovete decidere il destino della vostra Società, non è ammesso che persone estranee che non conoscono la vostra vita, che non conoscono le vostre aspirazioni, muniti di un voto, azzerino ciò che voi avete con tutta coscienza stabilito. Ho pensato poi alla SIAE del futuro prossimo di fronte alle nuove forme di creazione intellettuale e alle nuove tecnologie di riproduzione, di diffusione, di distribuzione delle opere intellettuali. Noi siamo arretrati, siamo arretrati come SIAE. Dobbiamo subito riconquistare il terreno perduto. Ecco perché il mio no si è trasformato in un sì altrettanto categorico. Ed io oggi sono qui tra voi per dirvi che mi impegnerò con determinazione e con fede per adempiere al mandato che mi avete oggi voluto concedere, procurandomi anche una emozione che porterò con me fino alla fine della mia vita. Io farò tutto quello che c’è da fare, commetterò degli errori, ma siate sicuri che non li commetterò mai per malafede, forse per leggerezza, forse per incompetenza. E voi dovete intervenire, mi dovete aiutare con le vostre censure, con le vostre critiche. E’ questa la collaborazione che io chiedo, una collaborazione che così fatta si trasformerà anche in affetto, perché si vive anche di affetti. Oggi, quando qualcuno mi ha chiamato invitandomi a venire qui, ero all’Università, e sono stato accompagnato da un mio assistente il quale mi ricordava che oggi è il 20 settembre, è la ricorrenza della breccia di Porta Pia. Ora, comunque si voglia valutare questo episodio storico sotto un profilo ideologico, è stato, e non si può dire diversamente, un momento fondamentale per la unità del nostro paese. Senza esagerare, io spererei che oggi questo 20 settembre sia un momento importante per la vostra unità. Vi assicuro quindi che andrò dritto avanti senza scompormi e senza ritirarmi. Qualora avessi il sentore che le commissioni parlamentari esprimessero in via preconcetta un parere sfavorevole alla mia designazione, io non mi ritirerò, io andrò fino alla fine.
Io voglio essere bocciato e voglio vedere quale sarà la motivazione di questa bocciatura. Con questo io voglio ricordare, esprimere i sensi della mia amicizia ai due presidenti designati in precedenza. Loro hanno fatto bene a ritirarsi perché evidentemente si trovavano in una posizione diversa dalla mia. Io rimarrò, vedremo che cosa succederà. Ecco, con questa promessa, con questo obbligo che assumo davanti a voi, io auguro alla SIAE di ritrovare la identità non dico perduta, ma certamente diminuita, offuscata.”